Lettera 72 pubblicata il 31 ottobre 2015

UN SACERDOTE IN UTROQUE USU A BROADWAY

La partecipazione di Paix liturgique alla conferenza Sacra Liturgia 2015, all'inizio di giugno a New York, è stata l'occasione di scoprire l'unica parrocchia di Manhattan che offre quotidianamente la messa in entrambe le forme del rito romano: Holy Innocents (i Santi Innocenti), sulla 37esima Ovest, a due passi da Broadway. Il parroco, padre Leonard F. Villa, nominato nel dicembre del 2014, ha accettato di farcela visitare e di testimoniare la sua esperienza di un'applicazione serena e generosa del motu proprio Summorum Pontificum.




I - UNA PARROCCHIA IN PIENO RINNOVAMENTO

Fondata nel 1868 a sud di Manhattan, nel cuore di ciò che allora era un quartiere "a luci rosse" e divenne poi il "Garment district" (quartiere dei tessuti e della moda), la parrocchia dei Santi Innocenti è stata considerata lungamente come la parrocchia degli attori, data la sua vicinanza ai teatri di Broadway. Poco frequentata la domenica in un quartiere ormai quasi esclusivamente d'affari e di spettacolo, è stata negli anni scorsi in pericolo di chiusura in occasione di un piano di ristrutturazione diocesano. Tuttavia, quando il cardinale Dolan, arcivescovo di New York, si accorse che la frequentazione alle messe domenicali era triplicata da quando la parrocchia si era aperta alla forma straordinaria del rito romano, decise non solo di confermare il suo statuto ma anche di assegnarle un nuovo parroco visto che dal 2013 ne era sprovvista.

La chiesa neogotica, costruita nel 1870, ospita la "Crocefissione" di Costantino Brumidi, artista romano notissimo oltreoceano per l'affresco della rotonda del Campidoglio di New York ma che da giovane operò nello stato pontificio, realizzando molte opere per la famiglia Torlonia e anche le decorazioni della cupola della Madonna dell'Archetto, la chiesa più piccola di Roma, recentissimamente restaurata. Anche la "Crocefissione" dei Santi Innocenti ha potuto ritrovare il suo splendore grazie ad un restauro voluto da Padre Kallumady, parroco dal 2007 al 2013. Ed è stato proprio questo sacerdote, ordinato nel 1973 in India, suo paese d'origine, ad introdurre in parrocchia la liturgia tradizionale, come spiegava in un'intervista rilasciata ad una rivista diocesana: "La nostra parrocchia era frequentata da gente di periferia presente in zona solo durante la settimana, allora ho cercato di individuare una nuova comunità per aumentare le presenze domenicali e mi sono rivolto ai fedeli legati alla liturgia tradizionale. L'esperienza è stata concludente e ora abbiamo un centinaio di fedeli che seguono la messa domenicale in latino. Sono molto attivi e partecipano a tutte le attività della parrocchia anche se alcuni vengono da lontano così come, per esempio, da Long Island. Tutti questi fedeli sono i benvenuti e questo contribuisce anche alla particolarità della nostra parrocchia".

Dopo padre Kallumady, la parrocchia è stata amministrata da padre Rutler, famoso predicatore ed evangelizzatore newyorchese, buon conoscitore della liturgia tradizionale, che ne ha consolidato il rinnovamento fino alla nomina di padre Villa lo scorso inverno. Dopo qualche anno nell'esercito e al servizio dei senza tetto e degli alcolisti di New York, padre Villa ha prestato servizio per 22 anni in una parrocchia di Yonkers, comune contigua al Bronx, dove aveva introdotto la forma straordinaria del rito romano sin dal 14 settembre 2007, giorno di entrata in vigore del motu proprio di Benedetto XVI. Grande trascinatore di uomini per la salvezza delle anime, padre Villa, dal suo primo sermone, ha voluto indicare la strada giusta ai suoi parrocchiani: la consacrazione al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria, la devozione al Santissimo Sacramento e la pratica della Confessione. Prima di poter testimoniare Cristo attraverso la sua parola, padre Villa è in effetti convinto che si debba cominciare con il vivere in Sua presenza e all'immagine della Beata Vergine Maria e di San Giuseppe.

Così, oltre alla celebrazione di quattro messe, dal lunedì al venerdì (una di mattina e due all'ora di pranzo nella forma ordinaria, e una la sera nella forma straordinaria), e di due messe il sabato e la domenica (nella forma straordinaria: il sabato alle 13.30 e la domenica alle 10.30), i Santi Innocenti offrono ormai, oltre al rosario quotidiano, l'adorazione eucaristica tutti i pomeriggi della settimana, e i vespri tradizionali la domenica. La forma straordinaria vi è abitualmente cantata, tranne il lunedì e il giovedì.




II - INTERVISTA CON PADRE VILLA

Paix liturgique - Quand'è che lei ha conosciuto la forma straordinaria del rito romano?
Padre Villa: Io sono cresciuto con la liturgia tradizionale prima del Vaticano II e la conoscevo bene per l'efficace zelo dei Redentoristi tedeschi che avevano in carico la mia parrocchia quando ero bambino (Most Holy Redeemer, New York).

Paix liturgique - Ha avuto difficoltà ad imparare a celebrarla?
Padre Villa: In realtà, essendo stato cerimoniere dall'età di 13 anni, non ho avuto problemi ad offrire la forma straordinaria. Praticandola, mi è tornata subito alla mente.

Paix liturgique - Lei è ciò che chiamiamo un sacerdote in utroque usu, che celebra sia l'una che l'altra delle forme del rito romano. Lei pensa che la celebrazione della forma straordinaria abbia influito sul suo modo di celebrare quella ordinaria?
Padre Villa: Sono sempre stato a mio agio con la forma straordinaria e, date le lacune delle rubriche del Novus Ordo, devo dire che essa ha influenzato nel mio modo di celebrare molto prima del motu proprio Summorum Pontificum. Potrei dire anche che ho avuto la tendenza ad ispirarmi alla forma straordinaria già a partire dalla mia ordinazione.

Paix liturgique - Com'è stata la reazione dei suoi fedeli quando ha introdotto la forma straordinaria nella vita parrocchiale, a Yonkers?
Padre Villa: Molto buona. Il numero dei fedeli è diventato presto pari a quello della messa ordinaria. Due volte l'anno comunque io la celebravo anche per gli scolari della zona e i chierichetti venivano formati in entrambe le forme del rito. Celebravo soprattutto la messa dialogata, in cui i fedeli rispondevano con spigliatezza in latino. Quanto al coro della parrocchia, cantava altrettanto bene il gregoriano o la polifonia per entrambe le forme del rito.

Paix liturgique - Ciò che colpisce chiunque assista alla messa ai Santi Innocenti, sia di domenica che nei giorni feriali, è la varietà dei fedeli: tutte le etnie, tutte le età, e tutti i gruppi sociali sono rappresentati. Tutti fedeli accolgono davvero la forma straordinaria con il medesimo entusiasmo?
Padre Villa: Ciò che colpisce chiunque assista alla forma straordinaria ai Santi Innocenti ha un nome: reverenza. Direi che viene ben recepita da tutti, qualche sia la forma del rito alla quale si è legati.

Paix liturgique - La nuova evangelizzazione, che in effetti spesso è una ri-evangelizzazione, è oggi una delle maggiori sfide per la Chiesa: data la posizione della parrocchia, a due passi dai divertimenti di Broadway e nel cuore del quartiere industriale di Manhattan, c'è da rimboccarsi proprio le maniche?
Padre Villa: La nuova evangelizzazione non è nient'altro che l'evangelizzazione:l'insegnamento della fede cattolica. Qui noi abbiamo l'opportunità di evangelizzare attraverso la liturgia, il confessionale, le opere di devozione, il bollettino parrocchiale e la buona stampa. Stiamo facendo ripartire la Legione di Maria nella parrocchia ed io conto proprio su quest'ultima per poter dar vita a un centro di informazione cattolica mobile, una minibiblioteca itinerante, così come anche a un circolo di apologetica, i Patrizi, attraverso il quale i fedeli apprenderanno a prendere familiarità con la loro fede e ad approfondirla.

Paix liturgique - Papa Francesco invita regolarmente i cattolici ad "uscire": vi capita letteralmente di uscire fuori dal vostro recinto per fare delle attività, liturgiche o altro, per le strade di Manhattan?
Padre Villa: Per quanto mi riguarda, sono vestito sempre come un prete quando esco per strada. Questo suscita delle reazioni, e mi è già successo di dover confessare qualcuno lì dove mi trovavo. A livello parrocchiale noi partecipiamo, assieme ad altre parrocchie, ad un'iniziativa di sostegno per la gente di strada. La chiesa e le sale della parrocchia, dove si trova anche un negozietto di oggetti religiosi, attirano gente tutto il giorno. Inoltre facciamo ovviamente anche delle processioni pubbliche in occasione di feste importanti come il Corpus Domini e San Martino.

Paix liturgique - In Europa si sa bene che la secolarizzazione ha vinto sulla società cristiana. Tuttavia, visto da Manhattan, c'è qualcosa che in qualche modo invidiate al cattolicesimo europeo?
Padre Villa: Le radici della nostra fede sono in Europa e voi avete moltissimi luoghi santi. Solo per parlare dell'Italia penso a Loreto, Assisi, Monte Cassino, Lanciano...

Paix liturgique - Una parola per concludere?
Padre Villa: Secondo me la forma straordinaria non ha per nulla finito di dare i suoi frutti alla Chiesa e mi rallegra che continua a svilupparsi. Prego perché essa continui ad influenzare la forma ordinaria e possa così contribuire a liberarla dai troppo numerosi abusi che la affliggono.


III - I COMMENTI DI PAIX LITURGIQUE

1) "Chi ha orecchie per intendere, intenda!" Minacciata di chiusura, una parrocchia introduce la forma straordinaria per trovare un nuovo slancio. E funziona. Per di più a Manhattan, nel cuore pulsante della modernità. Si chiama "fare l'esperienza della tradizione", ciò che è, in pratica, la sola "rivendicazione" dopo la riforma della liturgia, da parte dei cattolici, sacerdoti e laici, legati alla liturgia tradizionale della Chiesa. Sfortunatamente, da questo lato dell'Atlantico, non ci sono orecchie per ascoltare e si preferisce chiudere le chiese e trasformarle in dancing o ristoranti piuttosto che aprirle al popolo Summorum Pontificum.

2) Colpisce il pragmatismo tutto americano che dimostra l'arcivescovo, il cardinale Dolan, che, dopo aver constatato il nuovo slancio avuto della parrocchia dopo l'introduzione della forma tradizionale, decide di salvarla e di consentire il suo sviluppo "in utroque usu". Questo realismo spiega la velocità con la quale le comunità Ecclesia Dei ottengono parrocchie e apostolati oltreatlantico, spesso dopo negoziazioni con l'ordinario del luogo di un vero e proprio contratto con clausole molto concrete e da rispettarsi scrupolosamente. Ed è per questo che i seminaristi Summorum Pontificum sono accettati come tali in molti seminari che, per questo motivo, hanno un numero di ingressi da far impallidire di gelosia le case di formazione europee.

3) Molti amici che hanno avuto l'occasione di andare a New York ci hanno raccontato di essere stati segnati dal passaggio ai Santi Innocenti. Per la dignità delle celebrazioni, il vigore delle omelie e il fervore dei fedeli, ma anche per questo stupefacente melting-pot specchi di New York dove i manager sono fianco a fianco alle donne di servizio filippine della ventesima strada e alle famiglie nere del Bronx. Se si considera inoltre che è stato un sacerdote indiano che ha permesso l'istallazione della "messa in latino" in questa parrocchia di Manhattan, non possiamo che rimanere affascinati dal carattere autenticamente cattolico, dunque universale, della messa tradizionale.