Lettera 104 pubblicata il 7 settembre 2018

Breve storia e panorama della Tradizione in Francia nel 2018


Dal momento della pubblicazione del motu proprio Summorum Pontificum nel 2007, Paix Liturgique si è impegnata ad illustrare l'universalità dell'interesse per la liturgia tradizionale offrendo dei reportage, delle testimonianze e delle inchieste raccolte in tutti i continenti, che hanno dimostrato come l'attaccamento alla liturgia ed alla Fede tradizionale non sia affatto, come si è troppo spesso affermato, una questione "franco-francese". E nonostante questo, in occasione dei nostri viaggi, ci viene spesso chiesto cosa rappresenti il cattolicesimo tradizionale in Francia, la sua situazione attuale e la sua storia.

 

13.000. Nel 2018 è stato questo il numero di pellegrini che hanno partecipato al pellegrinaggio di Notre-Dame de Chrétienté tra Parigi e Chartres (pellegrinaggio che è animato dalle comunità Ecclesia Dei). A questa cifra si devono aggiungere i 6.000 fedeli vicini alla Fraternità San Pio X che hanno camminato da Chartres verso Parigi nello stesso fine settimana di Pentecoste. Da entrambe le parti, e dunque anche in totale, si tratta di numeri molto rilevanti e in costante aumento, che attestano la vitalità straordinaria del cattolicesimo tradizionale francese. Il cardinale Sarah, che ha reso visita ai pellegrini di Notre-Dame de Chrétienté la domenica sera prima di accoglierli alla cattedrale di Chartres il lunedì, ha dichiarato di essere stato colpito da tutta questa gioventù e dalle famiglie che dimostrano che le radici cristiane della Francia portano ancora molti frutti.



Pellegrini di Chartres (foto Notre-Dame de Chrétienté)


I- Delle radici profonde

All'estero spesso, ma anche a volte in Francia, la reazione dei cattolici francesi agli sconvolgimenti conciliari e postconciliari, viene circoscritta alla figura di Monsignor Marcel Lefebvre, primo arcivescovo di Dakar e superiore generale dei Padri dello Spirito Santo all'epoca del Concilio. Eppure, ben prima che Monsignor Lefebvre si decidesse a fondare nel 1970 la Fraternità sacerdotale San Pio X per la protezione e la restaurazione del sacerdozio cattolico, numerosi sacerdoti e laici francesi avevano manifestato i loro timori e il loro rifiuto di fronte alle riforme moderniste.

 

La reazione dei sacerdoti ha avuto molteplici aspetti. Un aspetto intellettuale innanzi tutto, con la pubblicazione di numerosi testi critici verso gli errori neo modernisti, pensiamo per esempio al lavoro del reverendo padre Calmel, teologo domenicano, o a quello di Padre Georges di Nantes, fondatore della Contre-Réforme Catholique, di cui si può dire che fu il primo "resistente" tradizionalista francese (1). In seguito, un aspetto militante, con sacerdoti come don Coache o Padre Barbara (2) che portarono centinaia di fedeli in pellegrinaggio a Roma all'inizio degli anni '70 per manifestare il proprio attaccamento alla messa di san Pio V. Infine, un aspetto locale, con numerosissimi parroci che in ogni diocesi si sforzarono di conservare, o addirittura di restaurare, nelle proprie parrocchie tutto quello che la brezza conciliare portava via. Sfortunatamente la maggior parte di loro venne perseguitata, a volte in modo crudele, dalle gerarchie e dai confratelli per farli smettere di vivere la loro vita cattolica così come l'avevano ricevuta e come era esistita da tempi immemori. Solo pochi preti coraggiosi, per la maggior parte in aree rurali, riuscirono ad attraversare questi anni di piombo, ma quando poi erano costretti a ritirarsi a causa dell'età o perché richiamati dal Padre, la loro opera scompariva molto rapidamente, lasciando però i fedeli legati a tutto quello che i sacerdoti erano comunque riusciti a conservare in un isolamento quasi totale...


Anche nelle comunità religiose ci furono delle reazioni in periodi precedenti a quelle di Monsignor Lefebvre. Bisogna certamente ricordare il ruolo giocato dall'abbazia benedettina di Fontgombault e dalla sua prima filiazione, Notre-Dame de Randol, che conservarono la messa tradizionale fino al 1974 (3) e quella di dom Gérard Calvet, fondatore di un priorato benedettino a Bédoin, nel Vaucluse (e che più tardi fonderà l'abbazia di Santa Maddalena di Le Barroux), senza omettere alcuni padri di San Vincenzo de' Paoli. Per non dimenticare che, per quanto riguarda le religiose, sia le domenicane del Santo Spirito (Pontcalec) che due rami di domenicane insegnanti del Santo Nome di Gesù (Fanjeaux e Brignoles), in sintonia con l'opera di Monsignor Lefebvre, hanno concorso alla conservazione dell'essenza stessa della famiglia cattolica attraverso l'educazione cattolica delle ragazze.


Al fianco del clero, la mobilitazione dei fedeli ebbe un'importanza immensa perché questi laici disponevano di una maggiore libertà di azione e reazione, anche se, credendo di essere ancora ai tempi felici della Chiesa di prima del Concilio, le autorità ecclesiastiche francesi provarono in varie occasioni ad usare la forza o ad esercitare un diritto divenuto ormai totalmente anacronistico proprio a causa del Concilio, per far tacere questi spiriti liberi e indipendenti con la minaccia di sanzioni canoniche.

Più di mezzo secolo dopo questo periodo cupo, dobbiamo rendere un omaggio particolare a Jean Madiran, che, a capo della rivista Itinéraires, giocò con coraggio, intelligenza e ostinazione, un ruolo decisivo nel "grande rifiuto" del novus Ordo, dell'abbandono del catechismo e della falsificazione delle Scritture. Altre personalità ebbero un ruolo importante, come, tra gli altri, Michel de Saint-Pierre, Louis Salleron, Jacques Perret, o anche personalità ispirate e degne di ispirazione come Henri e André Charlier, e anche Jean Ousset, che, anche se non fu direttamente coinvolto nelle questioni religiose e liturgiche, favorì questa reazione con il retroterra umano che aveva contribuito a formare con l'associazione La Cité catholique. Fu ugualmente essenziale la creazione di Una Voce da parte di George Cerbelaud-Salagnac, nel 1964, come quella del movimento dei Silencieux de l'Eglise di Pierre Debray (4). Per quanto riguarda l'aspetto militante ci ricordiamo anche dell'Alliance Saint-Michel che lottò in prima linea contro gli abusi più clamorosi. Bisogna citare inoltre la creazione degli Scouts d'Europe nel 1958 (che all'epoca erano dichiaratamente coinvolti nell'opposizione alle novità religiose) e quella del MJCF (Le Mouvement de la Jeunesse Catholique de France) nel 1967.


II - La situazione nel 2018

 

A) I luoghi di culto

 

A partire dalla fine degli anni '60 la gerarchia francese, avendo l'autorità sulle parrocchie e sulle opere cattoliche, ha fatto in modo che cessasse tutto ciò che poteva somigliare ad una opposizione alle novità conciliari. Gli uomini e le donne che restavano legati allo spirito tradizionale vennero perseguitati all'interno delle strutture ecclesiastiche. Ma anche i laici ebbero molto a soffrire a causa degli ostacoli che gli venivano opposti quando volevano continuare ad avere accesso alla messa di sempre e al catechismo tradizionale per i loro figli.

 

Tra un certo numero di questi ultimi, giovani e anziani, uomini e donne, si levò un vento di resistenza per aiutare i sacerdoti fedeli a celebrare la messa divenuta proibita, e anche allo scopo di assicurarsi la possibilità di continuare ad averla. Fu così che, comprando per esempio un garage (o una vecchia macelleria, come successe a rue de la Cossonerie a Parigi!), o affittando una sala per spettacoli, trasformata in luogo di culto di fortuna, in una decina di anni riuscirono a mettere insieme uno straordinario patrimonio di "messe selvatiche" per fare in modo che la Francia continuasse sempre ad essere nutrita da messe veramente cattoliche.

 

Fu solo nel 1988 che il motu proprio Ecclesia Dei, promulgato dalle autorità romane dopo le ordinazioni episcopali di Monsignor Lefebvre come risposta per calmare gli animi, permise di allentare dolcemente la morsa della tensione, ricordando le parole di dom Gérard: "Tutti i frutti che si sono avuti dopo le consacrazioni, sono stati permessi grazie alle consacrazioni"... Poi venne il motu proprio Summorum Pontificum del 2007 che legittimò questa "resistenza" alla messa conciliare, stabilendo che la messa tradizionale non era mai stata vietata, cosa che risultava almeno discutibile nei fatti specialmente in Francia, e permise infine, ma spesso senza reale generosità, di aumentare il numero di chiese e cappelle dove poteva essere celebrata la liturgia chiamata da quello stesso testo "straordinaria".


Nel 2018, la messa tradizionale è celebrata in tutta la Francia metropolitana tranne in tre dipartimenti su 95. Si tratta di tre dipartimenti rurali: l'Ardèche, la Creuse, e la Haute-Saône. Questo significa concretamente che oggi c'è una messa accessibile a meno di un'ora di macchina da quasi qualunque punto della Francia. 285 luoghi di messa (domenicale o no) riconosciuti dalle diocesi, esistono oggi in Francia contro i 132 che esistevano al momento della promulgazione del motu proprio Summorum Pontificum nel 2007. Se aggiungiamo a questo numero i 203 luoghi di culto della FSSPX (contro i 184 del 2007), questo ci porta ad un totale di 488 luoghi di culto tradizionale nel 2018 contro i 316 del 2007. Certo, se confrontiamo questa cifra con le 4300 parrocchie che esistono in Francia, ci può sembrare poco. Ma, nonostante questo, possiamo anche dire che ormai la messa tradizionale è celebrata in un modo o in un altro in più del 10% delle parrocchie di Francia, cinquant'anni dopo che questa messa è stata soppressa, schiacciata, perseguitata!


B) I seminari delle comunità tradizionaliste

 

Per circa vent'anni, la strategia che consisteva nel perseguitare i sacerdoti fedeli e a vietare l'ordinazione di seminaristi che fossero un po' conservatori, sembrò essere il modo migliore per sradicare il motore stesso della resistenza cattolica, il sacerdozio tradizionale.

 

Salvo che Monsignor Lefebvre aprì nel 1970 un seminario per i giovani che desideravano diventare sacerdoti con uno spirito classico. Lo straordinario rispetto ed il sorprendente entusiasmo di folla dei fedeli per il "prelato-resistente" si basava sul fatto che che lui "fabbricava dei preti": la messa, il catechismo, la vita cattolica delle famiglie avrebbero dunque potuto proseguire come prima delle riforme. In questo, l'opera di Monsignor Lefebvre è stata supportata e preparata da tutte le opere del cattolicesimo detto "integrale", che, dagli anni '50 agli anni '70, hanno costituito ciò che è diventato il concime del cattolicesimo tradizionale francese (5), che ha poi permesso che ci fosse mezzo secolo di resistenza spirituale, liturgica, catechetica, familiare, straordinariamente perseverante e a volte eroica di fedeli e di famiglie cattoliche.

 

Anche se la FSSPX, la Fraternità San Pietro, l'Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote e l'Istituto del Buon Pastore sono nati a partire da un importante zoccolo duro francese, solo l'ultimo ha, per il momento, il suo seminario in Francia. I primi due hanno entrambi la sede in Svizzera e il loro seminario europeo in Germania - anche se la FSSPX ha stabilito da molto tempo il suo anno di spiritualità (propedeutico) a Flavigny, in Borgogna – mentre l'Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote ha il suo seminario in Toscana. Possiamo pregare affinché tutti questi istituti abbiano presto un seminario sul suolo francese, ciò che non mancherebbe di favorire ancor di più le vocazioni tradizionali...


C) Le comunità religiose

 

Abbiamo già citato alcune comunità religiose che avevano resistito o tentato di farlo nel corso degli anni di piombo e di lacrime. L'apertura, da parte di Monsignor Lefebvre di un seminario finalizzato alle ordinazioni fece accorrere numerose vocazioni religiose che permisero il fiorire ulteriore di nuovi istituti religiosi. Queste nuove comunità sono oggi numerose, che siano di diritto pontificio o diocesane: come l'opera di Riaumont, la Fraternità San Vincenzo Ferrer, i Canonici regolari della Madre di Dio (Lagrasse), i Missionari della Misericordia divina (Toulon); o che siano vicine alla FSSPX: come la Comunità della Transfigurazione, i Cappuccini di Morgon, i Benedettini di Bellaigue, le comunità carmelitane ma anche i domenicani di Avrillé che se ne sono successivamente separati, ecc. Si potrebbe anche parlare di opere vicine, come la comunità di San Tommaso Becket, che sono tutte, in un modo o nell'altro, frutto della resistenza cattolica francese dell'immediato post-Concilio.


D) Le vocazioni

 

Da diversi anni operiamo un'osservazione attenta e facciamo un conteggio preciso delle vocazioni sacerdotali tradizionali in rapporto alle vocazioni diocesane. In questi ultimi anni, in media, un nuovo sacerdote francese su cinque viene ordinato nella e per la forma straordinaria del rito romano. Il fenomeno riguarda anche le vocazioni religiose, che sono più difficili da contabilizzare ma la cui crescita sembra essere identica. Dopo la riforma liturgica, Fontgombault, essa stessa figlia di Solesmes, ha dato i natali alle abbazie di Randol, Triors e Donezan in Francia, e all'abbazia di Clear Creek negli Stati Uniti, e ha anche risollevato l'abbazia di Wisques che era agonizzante. Fondata da dom Gérard Calvet, l'abbazia di Le Barroux ha generato il priorato di La Garde, e, indirettamente, a molteplici fondazioni legate alla FSSPX (del Brasile al Nuovo Messico, da cui è nata Bellaigue, in Francia). Uno stesso dinamismo sorprendente si ritrova tra le religiose, a cominciare dalle domenicane insegnanti di Fanjeaux e Brignoles (FSSPX) e quelle del Santo Spirito (Ecclesia Dei), tra le benedettine e le domenicane contemplative d'Avrillé e altrove...


E) Le organizzazioni giovanili, delle famiglie e sociali



Lo straordinario fermento che abbiamo raccontato prosegue ancora oggi. Il suo effetto è lo sviluppo sorprendente di associazioni, riviste, e di un fiorire di siti di informazione, di pietà o di riflessione sul web. E poi ci sono lo scoutismo, il catechismo per corrispondenza, i movimenti di giovani, l'accompagnamento spirituale delle famiglie (Domus Christiani), le iniziative pro-vita o caritatevoli, beninteso senza dimenticare ND de Chrétienté che organizza il pellegrinaggio da Parigi a Chartres del quale abbiamo parlato all'inizio di questa lettera, ecc. Alcune di queste organizzazioni brillano anche fuori dal monda tradizionale, come per esempio della Marche pour la Vie o di SOS Chrétiens d'Orient, per non parlare che delle due più note in questi ultimi anni.


F) Le scuole

 

Al momento del Concilio, la rete delle scuole cattoliche era piuttosto ricca. Ma come in tutte le opere cattoliche, esse arrivarono ad escludere qualsiasi relazione con lo spirito tradizionale, quando addirittura non diventarono direttamente dei centri militanti di opposizione a questo spirito. Questo spiega perché, nel momento in cui le famiglie trovarono, grazie alle loro preghiere e alla loro volontà, dei luoghi per partecipare alla messa, poi si preoccuparono immediatamente di ricreare delle scuole dove si potesse rigenerare un vero spirito cattolico. Il risultato è stato spettacolare: la mappa della scuole libere pienamente cattoliche ora elenca 172 scuole “hors contrat” (scuole che che non hanno vincoli sull’offerta formativa ma che non ricevono alcun contributo pubblico), e che sono anche a priori prive del controllo da parte delle loro diocesi. È negli ultimi quindici anni che questo numero è esploso, come d'altra parte l'insieme di tutto il settore “hors contrat”. Laddove i cattolici americani spesso privilegiano "l' homeschooling", i cattolici francesi mettono volentieri i loro bambini in scuole che loro stessi creano e finanziano, i cui programmi perpetrano i valori ai quali loro sono legati e in cui l'educazione religiosa è generalmente affidata a sacerdoti o religiosi appartenenti a degli istituti o comunità Ecclesia Dei, alla FSSPX o a sacerdoti diocesani Summorum Pontificum che celebrano la forma straordinaria del rito romano.


G) Prospettive future: i cattolici francesi e la liturgia tradizionale

 

Nel 2001, 2006 e 2008, Paix Liturgique ha fatto realizzare da istituti demoscopici professionali e indipendenti tre sondaggi su tutto il territorio della Francia metropolitana sulla relazione dei cattolici francesi con la liturgia tradizionale della Chiesa: IPSOS nell'aprile 2001, CSA nel novembre 2006 e nel settembre 2008. A partire dalla fine del 2009, abbiamo completato queste inchieste nazionali con sondaggi a livello diocesano e parrocchiale. Per due anni, fino all'estate del 2011, e di nuovo nel 2018, abbiamo fatto realizzare 14 sondaggi nelle diocesi francesi che ci sembravano le più significative per completare e precisare i risultati dei nostri sondaggi nazionali. I risultati di questi sondaggi, al momento i soli studi statistici seri condotti sulla questione, rivelano una grande coerenza, nel tempo e nello spazio, dell'atteggiamento dei cattolici francesi verso ciò che ormai si è convenuto di chiamare la "forma straordinaria del rito romano". I risultati sono molto chiari: IN FRANCIA UN FEDELE SU TRE (al minimo!) SI DICHIARA PRONTO AD ASSISTERE ALLA MESSA TRADIZIONALE SE DOVESSE VENIRE CELEBRATA NELLA SUA PARROCCHIA. Certamente resta della strada da fare, rimangono delle incomprensioni da abbattere, degli uomini di buona volontà da convincere, e ancora degli anni di lavoro e preghiera per arrivarci, ma, che gioia e che speranza per noi e per le nostre famiglie: "Nunc dimittis servum tuum Domine…"


III Conclusioni

Non si tratta forse dell'opera della Provvidenza e degli uomini guidati dalla Provvidenza, non è forse l'applicazione del motto di santa Giovanna D'Arco, patrona di Francia: "a noi la battaglia e a Dio la vittoria"? Dio non si lascia mai battere in generosità. E lo dimostra anche in questo caso consentendo che si verifichi una situazione che nessuno avrebbe potuto credere possibile cinquant'anni fa!

 

Ma ciò che è successo in Francia non è che un esempio di quanto è avvenuto negli Stati Uniti, in Messico o altrove, e che può succedere in molti altri luoghi nei prossimi anni.

 

E non si tratta che dell'inizio, di una prima partecipazione ad un risveglio della Chiesa e delle sue opere, della sua missione, della sua liturgia. Seguendo il motto benedettino bisogna continuare a pregare e a lavorare. Senza sosta.


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(1) Di non molta rilevanza oggi, la Contre-Réforme Catholique godette di un grande credito a partire dalla sua nascita nel 1967, per la notorietà precedentemente acquisita dalla Lettera che, a partire dalla fine degli anni cinquanta, l'abbé di Nantes indirizzava ai suoi amici.

 

(2) Parroco di Montjavoult, nella diocesi di Beauvais a nord di Parigi, don Louis Coache viene destituito dal suo vescovo dopo avere restaurato la processione della festa del Corpus Domini nella sua parrocchia, trasformandola in punto di riferimento della resistenza cattolica nella regione. In seguito alla sua rimozione, apre la Maison Lacordaire a Flavigny-sur-Ozerain, in Borgogna, dove guida dei ritiri spirituali. La sua presenza nel villaggio favorirà l'istallazione di un'abbazia benedettina olivetana e quella della Fraternità San Pio X alla quale cederà la sua casa. Parroco della diocesi Constantine, padre Noël Barbara, autore di una Catechesi del matrimonio cattolico, si unì ai Cooperatori Parrocchiali del Cristo-Re, congregazione votata alla predicazione degli esercizi spirituali di Sant'Ignazio secondo il metodo di padre Vallet, il loro fondatore. Si stabilì in seguito in Touraine dove animò l'associazione e la rivista "Forts dans la Foi".

 

(3) Su pressione di Paolo VI, allora rinunciarono... per poi ricominciare approfittando del motu proprio Ecclesia Dei del 1988.

 

(4) I Silenziosi della Chiesa non avevano fatto della difesa della liturgia tradizionale il cuore della loro lotta, diventando più dei freni contro le derive moderniste che dei promotori della restaurazione tradizionale. Tuttavia, data la loro rilevanza numerica e il loro carattere inclusivo, hanno giocato un ruolo importante per la conservazione del sensus fidei dei cattolici francesi.


(5) Abbiamo fatto allusione all'articolo di padre Grégoire Célier, "Un terreno fertile: La Tradizione in Francia prima della Fraternità San Pio X (1958-1976)".