Lettera 56 pubblicata il 1 luglio 2014

"Cari Vescovi, siate generosi!": un esempio d'Oltralpe

"Cari Vescovi, siate generosi!": un esempio d'Oltralpe

Per ben festeggiare al meglio i sette anni del Motu Proprio Summorum Pontificum, promulgato da Benedetto XVI il 7 luglio 2007, ecco una bella storia che arriva da Nîmes, nel sud della Francia. Dall'inizio dell'anno il capoluogo del dipartimento del Gard può annoverare due messe domenicali Summorum Pontificum. E i fedeli ci sono. La comunità è infatti passata da una trentina di membri, a più di 150. In particolare grazie alla buona collaborazione tra sacerdoti diocesani e sacerdoti di un istituto Ecclesia Dei. A dimostrazione del fatto che quando l'offerta è generosa, la domanda cresce. Alcuni dei nostri vescovi italiani potrebbero trarre ispirazione da tutto ciò?


I - I FATTI

a) Prima del 2013

Fino all'anno scorso la sola messa tradizionale domenicale della diocesi di Nîmes, Uzès e Alès, era celebrata nella cappella del convento delle clarisse di Nîmes. Questa celebrazione, affidata da molto tempo a padre Pujol, e attirava difficilmente più di una trentina di fedeli, nonostante l'orario delle 10.30 fosse molto comodo.

b) 2013, una transizione ben riuscita

Quando ancora si temeva che la celebrazione sparisse assieme al suo celebrante, richiamato alla casa del Padre nella primavera del 2013, all'età di 90 anni, la Provvidenza ha fatto sì che andasse diversamente grazie all'azione comune di padre Pujol e di padre Le Gentil, cappellano dei malati dal 2003. Padre Le Gentil non solo ha accettato di sostituire padre Pujol alla sua scomparsa, ma è anche riuscito ad ottenere da parte di Monsignor Wattebled, vescovo di Nîmes dal 2001, che la messa non fosse più celebrata nella cappella delle Clarisse (il loro santuario, modificato in seguito al concilio vaticano II, non si confaceva molto alla liturgia tradizionale) ma nella cappella di Sainte-Eugénie, situata nel centro storico della città e perfettamente adatta alla forma straordinaria del rito romano.

La speranza dei fedeli, di certo riconoscenti per esser stati accolti dalle Clarisse, ma desiderosi, secondo il Motu Proprio del 2007 e con l'incoraggiamento di padre Pujol, "di creare una dinamica parrocchiale", ha dunque cominciato a realizzarsi con il trasferimento della celebrazione, avvenuto in occasione della prima domenica di Avvento 2012. L'unico neo di questo cambiamento è stato la modifica dell'orario della messa: dalle 10:30 alle 9.

Nonostante l'orario meno favorevole, dal momento in cui la notizia ha cominciato a circolare, pian piano le presenze sono aumentate al punto tale che si è potuto mettere in piedi anche un coro. Alcune famiglie della diocesi che avevano l'abitudine di andare a messa a Montpellier o ad Avignone, sono tornate a Nîmes e, all'inizio dell'anno, le presenze domenicali erano mediamente raddoppiate.

L'impegno dei fedeli, di padre Le Gentil e dell'arciprete della cattedrale, da cui dipende la cappella, ha poi permesso di dotarla di ornamenti e di messali antichi, tirati fuori dai cassetti dove erano stati riposti sino allora, e, soprattutto, di metterla a disposizione dei fedeli durante la settimana per l'adorazione del Santo Sacramento, la recita del Rosario, e in più per una messa il giovedì sera.

I fedeli hanno potuto avere la messa il mercoledì delle Ceneri, come non avveniva nella cappella delle Clarisse, e, per la prima volta dalla riforma liturgica, la Messa di Mezzanotte a Natale. In breve, il 2013 è stato un anno di grazie per i fedeli di Nîmes.

c) 2014: arrivano i rinforzi e la messa raddoppia!

Il solo punto a sfavore della transizione fra le due cappelle, comunque perfettamente riuscita, è stato l'orario: le 9 del mattino contro le 10:30 dell'assetto precedente.

Dopo un tentativo non riuscito di tornare al vecchio orario a Ognissanti, la soluzione è stata trovata all'inizio del 2014. Il vescovo, Monsignor Wattebled, ha alla fine accettato che le attività della cappella venissero supportate anche dal servizio dei sacerdoti dell'Istituto del Cristo Re Sommo Sacerdote di Montpellier visto che l'estate precedente erano stati loro ad assicurare la continuità della celebrazione in assenza di padre Le Gentil.

All'improvviso è dunque successo che mentre Padre Le Gentil continuava a celebrare la sua messa come al solito alle 9 del mattino, alle 10.15 veniva celebrata una messa cantata dai sacerdoti dell'Istituto del Cristo Re. E i risultati si sono visti subito!

Da una trentina di fedeli nel 2012 quando di celebrava presso le clarisse, la comunità ha oggi quintuplicato le presenze, perché la cappella è sempre piena all'ora della messa cantata (100/120 persone, chierichetti e cantori compresi) mentre alla messa bassa, alle 9, assiste almeno una quarantina di persone. Tra l'altro è del tutto ragionevole stimare che il potenziale sia ancora maggiore, visto che il sito internet della cappella conta più di 700 abbonati.


II - I COMMENTI DI PAIX LITURGIQUE

1) Come testimonia la situazione di Nîmes, la buona applicazione del Motu Proprio, al di fuori di un quadro parrocchiale - che comunque sarebbe il suo quadro ideale - richiede la presenza del tandem “cœtus fidelium”/ “sacerdos idoneus”. Dopodiché è anche molto utile che fedeli e sacerdoti trovino un'accoglienza favorevole da parte del vescovo. Circostanze che evidentemente si sono verificate a Nîmes. Deo Gratias!

2) Una parola sul “sacerdos idoneus”. Molti ritengono erroneamente che stia al vescovo designare il sacerdote in questi casi, e quindi decidere se sia idoneo o meno. In realtà, però, l'istruzione Universæ Ecclesiæ è molto chiara su questo punto. All'articolo 20 si dice infatti: “In merito alla questione di quali siano i requisiti necessari, affinché un sacerdote sia ritenuto "idoneo" a celebrare nella forma extraordinaria, si enuncia quanto segue:
a) Ogni sacerdote che non sia impedito a norma del Diritto Canonico è da ritenersi idoneo alla celebrazione della Santa Messa nella forma extraordinaria.
b) Per quanto riguarda l’uso della lingua latina, è necessaria una sua conoscenza basilare, che permetta di pronunciare le parole in modo corretto e di capirne il significato.
c) Per quanto riguarda la conoscenza dello svolgimento del Rito, si presumono idonei i sacerdoti che si presentano spontaneamente a celebrare nella forma extraordinaria, e l’hanno usato precedentemente.”

3) “Sacerdos idoneus”: padre Le Gentil lo è certamente. Dal momento in cui è stato promulgato il Motu Proprio Summorum Pontificum, ha infatti deciso di avvalersi del diritto assicurato dall'articolo 2 secondo cui "nelle Messe celebrate senza il popolo, ogni sacerdote cattolico di rito latino, sia secolare sia religioso, può usare il Messale Romano edito dal beato Papa Giovanni XXIII nel 1962". Tutti i lunedì, ha così iniziato a celebrare a porte chiuse, la "sua messa in latino" nella Cattedrale Notre-Dame e Saint-Castor. Oggi questa Messa è pubblica e permette alla Cattedrale di Nîmes di far parte della strettissima cerchia (non sono che sette!) delle cattedrali francesi che offrono almeno mensilmente questa forma liturgica. Cari amici sacerdoti che vi sentite isolati e sorvegliati dalle gerarchie, meditate l'esempio di padre Le Gentil, e, anche voi, "Non abbiate paura"!

4) La situazione di Nîmes presenta tutte le caratteristiche alla base di una buona riuscita dell'applicazione del Motu Proprio, sulle quali noi insistiamo frequentemente:
> la necessaria tenacia dei fedeli;
> la necessaria carità dei vescovi;
> il necessario coraggio dei preti diocesani;
> la necessaria disponibilità delle comunità Ecclesia Dei.

Ma soprattutto dimostra, come ancora una volta tanti fedeli silenziosi siano delle preziose riserve del Motu Proprio senza che i loro pastori (parrocchiali o diocesani) lo sappiano. Sia perché alcuni fanno molto chilometri ogni domenica per andare a messa lontano da casa loro, sia perché altri vogliono rimanere nella loro parrocchia e si rassegnano ad assistere alla forma ordinaria.