Lettera 81 pubblicata il 20 luglio 2016

ALLARGARE LO SGUARDO OLTRE IL PIANO STRETTAMENTE LITURGICO

Incontro con l'avvocato Marco Sgroi, coordinatore nazionale del CNSP (Coordinamento nazionale del Summorum Pontificum) in occasione del quinto anniversario di questo prezioso strumento di messa in rete dei vari coetus italiani.


Santa Messa celebrata dal Rev.mo Padre Cassian Folsom, O.S.B., nella cripta della basilica di Norcia per i pellegrini del CNSP (luglio 2016).

1) Avvocato Sgroi, 5 anni fa nasceva il CNSP: può ricordarci qual erano le motivazioni di tale creazione?
MS: È vero che il 2011 ha visto la nascita ufficiale del CNSP; ma già da almeno un paio d'anni tra alcuni gruppi di fedeli si era creata una collaborazione costante e sostanzialmente stabile: per cui si può dire che il Coordinamento sia nato come risposta ai problemi manifestatisi all'apparire del Motu Proprio Summorum Pontificum, molti dei quali, purtroppo, esistono ancora oggi. Il Coordinamento si formò proprio per coagulare energie, esperienze, competenze, al fine di superare quelle difficoltà, unire le forze e cooperare nella diffusione della liturgia tradizionale. Oggi possiamo aggiungere la difesa dei risultati faticosamente conseguiti. All'inizio ci occupammo soprattutto di difficoltà pratiche. Per esempio, quando in un luogo si voleva avviare la celebrazione di una nuova S. Messa, spesso non c'era nessuno capace di servirla: se ci chiamavano, provavamo a risolvere il problema. E poi, naturalmente, cercavamo di dare l'aiuto possibile per superare le ostilità, le obiezioni, i sabotaggi... Ci fu subito anche la consapevolezza che, attraverso la diffusa applicazione del Motu Proprio e il superamento delle precedente logica indultista, si sarebbe potuto avviare un'opera di vero apostolato, non solo liturgico, perché in tutta la Chiesa ci si riappropriasse della Tradizione. Tutto ciò senza alcuna volontà di sostituirsi ai coetus, di prevalere sull'autonomia di nessuno, di dettare una linea o simili. Devo dire che, da questo punto di vista, i fraintendimenti e gli equivoci circa gli scopi del Coordinamento furono uno dei problemi maggiori che dovemmo affrontare in quel periodo iniziale.

2) Può trarre un bilancio di questo primo quinquennio?
MS: Ricordando l'iniziale difficoltà di farci conoscere per quello che siamo veramente, vorrei dire che in questo quinquennio il CNSP ha acquistato e consolidato un'identità chiara ed è riuscito, mi pare, a mostrare la sua reale natura: una rete fraterna, libera e flessibile di gruppi innamorati della liturgia tradizionale e dediti, ciascuno secondo le proprie caratteristiche e la propria specificità, a combattere la buona battaglia per la Tradizione. Abbiamo contributo, così, a rendere evidente che anche in Italia esiste il Populus Summorum Pontificum, e che la liturgia tradizionale non è affare di piccoli gruppetti parcellizzati intenti a coltivare ciascuno un orticello un po' marginale. Ci pare di aver favorito la creazione di un fitto intreccio di fraterne amicizie, di collaborazioni fruttuose, di contatti e di sinergie fra gruppi. Penso, in particolare, ad alcune realtà specifiche, come il Triveneto, la Puglia, o la mia regione, l'Emilia-Romagna. Vorrei anche sottolineare la grande sintonia che ci lega al Coordinamento Toscano Benedetto XVI, col quale ci sentiamo perfettamente allineati, veramente inseriti in una comune prospettiva d'azione: collaborare ogni qual volta sia possibile ci risulta del tutto naturale, ed è una grande gioia.
Siamo entrati in contatto con numerose realtà del "mondo della Tradizione": si è sempre trattato di esperienze positive, sia sul piano spirituale, sia sul piano della cooperazione. È stato così, per esempio, con l'Associazione Una Voce, con cui abbiamo condiviso alcune iniziative; per non parlare degli istituti Ecclesia Dei, ai quali guardiamo con gratitudine per l'importante opera pastorale che svolgono a vantaggio di tutta la Chiesa e, naturalmente, del Populus Summorum Pontificum
Ovviamente, abbiamo cercato di rafforzarci anche sotto il profilo spirituale, con iniziative locali quali pellegrinaggi o celebrazioni in speciali occasioni. Ne cito alcune: la S. Messa celebrata nel settembre del 2014 a Castelfranco Veneto in occasione del centenario di S. Pio X, e l'ormai consolidato uso di promuovere la celebrazione di una S. Messa in occasione della Marcia per la Vita di Roma. Quest'anno, lo abbiamo fatto anche per il Family Day del 30 gennaio. C'è poi il pellegrinaggio nazionale "Sulle orme di Benedetto" che si è appena concluso a Norcia.
Va anche detto che siamo riusciti ad allargare le prospettive d'azione dei coetus oltre la puntuale cura della liturgia, che resta comunque il nostro core business, e abbiamo realizzato, direttamente o appoggiando singoli gruppi, una ricca serie di attività formative: mi piacerebbe parlarne dettagliatamente, ma temo che sarebbe lungo.
Da ultimo, vorrei sottolineare che sin dalla prima edizione del grande pellegrinaggio internazionale del Populus Summorum Pontificum che si tiene ogni anno a Roma, collaboriamo strettamente con il CISP, il comitato organizzatore. Questa collaborazione è un po' il nostro fiore all'occhiello: dall'anno scorso, in particolare, ci occupiamo dell'organizzazione dell'Adorazione Eucaristica e della processione che precedono il pontificale in San Pietro.

3) Quali sono i vostri progetti?
MS: Innanzitutto, vorremmo che il nostro pellegrinaggio a Norcia diventasse una tradizione. Norcia, per noi italiani, è quasi un ritorno alle radici della nostra storia cristiana. Soprattutto, è un’occasione preziosa per incontrarci provenendo da tutti i coetus del Paese, condividere i frutti spirituali della liturgia tradizionale, consolidare amicizie già strette e stringerne nuove sotto la preziosissima guida spirituale dei monaci benedettini.
Poi desideriamo migliorare tutta la nostra comunicazione: stiamo impostando una mailing list (per iscriversi: cnsp2007.mailinglist@gmail.com), che servirà a fornire tempestive informazioni non solo circa le nostre attività, ma, soprattutto, circa le attività dei coetus; ci impegniamo inoltre a coltivare e migliorare l'elenco delle S. Messe tradizionali celebrate con regolarità in tutto il paese (si tratta di completarlo e tenerlo costantemente aggiornato e non è facile!) che pubblichiamo, sotto forma di mappa, sul nostro sito; infine, proviamo ad arricchire di continuo il contenuto di questo sito così come ad animare il nostro gruppo facebook.
Ovviamente, continueremo a fare quello che abbiamo fatto sinora, e di cui ho già parlato, con l'obiettivo specifico di aumentare le nostre forze, dato che ci capita sempre più spesso di essere interpellati come punto di riferimento per i gruppi che vogliono realizzare un progetto particolare o che attraversano qualche difficoltà. Come diciamo spesso, il CNSP non dispone di cinque piani di uffici né di uno stuolo di segretarie: siamo pochi volontari, aumentare le "risorse umane" non guasterebbe...
Concludo dicendo che l'anno prossimo cercheremo di realizzare qualche iniziativa speciale in occasione del decennale del Motu Proprio e del centenario di Fatima.


Marco Sgroi, a destra, in compagnia di Giuseppe Capoccia, delegato generale del pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum, davanti all'abbazia di Sant'Eutizio dove San Benedetto usava visitare Santo Spes.

4) Nella confusione che caratterizza oggi tutta la Chiesa, si capisce sempre di più che la risposta non può essere solamente liturgica o spirituale: vi impegnate su altri fronti?
MS: La necessità di allargare lo sguardo oltre il piano più strettamente liturgico è ormai diventata impellente. E non ci porta lontano dal nostro centro di interesse - la liturgia, la S. Messa tradizionale - perché crediamo che esse siano il più potente strumento, se si può dire così, di evangelizzazione, soprattutto all'interno stesso della Chiesa, dove ce n'è un drammatico bisogno.
Come ho già detto, ci siamo fortemente impegnati sul piano della formazione, dell'approfondimento dottrinale, della battaglia delle idee, soprattutto nello scorso anno, quando abbiamo contribuito alla pubblicazione e alla diffusione del libro di mons. Laise sulla comunione in mano (su come un Vescovo abbia potuto vittoriosamente resistere a questa tristissima prassi); e abbiamo organizzato un'importante ciclo di conferenze di S. E. il Card. Burke, con incontri quasi ovunque: dal Piemonte al Veneto, dalla Puglia alla Lombardia, dall'Emilia Romagna a Trieste. Sono state molto significative, perché si inserivano nel dibattito sinodale. Stiamo lavorando sull'organizzazione di un nuovo ciclo di conferenze con l'idea di illustrare l'importanza della retta dottrina e sulla necessità di preservarne l'integrità.

5) Una parola per concludere?
MS: Vorrei esprimere un'esortazione dettata dall'attualità: bando allo scoraggiamento! In questo periodo di innegabile confusione, in cui tutti i punti di riferimento sembrano saltati, dobbiamo più che mai concentrarci sulla S. Messa, e percepirci sempre più come un vero popolo: il Populus Summorum Pontificum. Sperando di non apparire eccessivamente ambiziosi, vorremmo tutti impegnarci a "salvare il seme", come diceva Guareschi. Il seme della liturgia tradizionale, che implica tutto il resto: la sana dottrina, la pastorale davvero efficace, la vera crescita spirituale. E anche a diffonderlo, questo seme, nonostante tutto e anche se i tempi sembrano ostili. Con la consapevolezza di essere servi inutili, ma non rinunciatari: a noi la battaglia, a Dio la vittoria!