Lettera 87 pubblicata il 2 gennaio 2017
«Cari confratelli, non abbiate paura a riscoprire la Messa tradizionale!»
LO SPLENDIDO APPELLO NATALIZIO DI UN SACERDOTE DIOCESANO
In questo inizio dell’anno 2017, nel corso del quale celebreremo il decimo anniversario del Motu Proprio Summorum Pontificum, siamo lieti di divulgare lo splendido appello in favore della celebrazione della forma straordinaria del rito romano lanciato con fervore da un sacerdote diocesano sulle frequenze di Radio Maria. Un appello tanto più toccante perché partito da un luogo altamente simbolico: la città di Trento, che ha «canonizzato» la messa romana.
Martedì 29 novembre 2016, Radio Maria trasmetteva il rosario, i vespri e la messa (forma ordinaria) dalla chiesa della Santissima Annunziata di Trento, sita nei dintorni della Cattedrale dove si aprì, nel 1545, il famoso Concilio. In quell'occasione, don Rinaldo Bombardelli, rettore della chiesa nella quale si celebra ogni domenica la forma straordinaria del rito romano, ha tenuto una bellissima predica sulla «ricerca di Dio», alla quale è chiamato ognuno di noi.
In particolare, don Rinaldo, sacerdote diocesano che celebra entrambe le forme del rito romano col desiderio di partecipare all’arricchimento spirituale dei suoi fedeli, proprio come auspicava Papa Benedetto XVI quando emanò il Summorum Pontificum, ne ha approfittato per invitare espressamente i suoi confratelli a «riscoprire la Santa Messa tradizionale» che attira tanto i giovani! Proposito stimolante, che siamo felici di offrire alla vostra meditazione e a quella dei nostri pastori.
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Fratelli e sorelle,
Le letture di oggi ci parlano del desiderio di Dio, del bisogno di cercare Dio e finalmente di poterlo trovare nella persona di Gesù. Isaia parla di nazioni che lo cercano con ansia, Gesù si rivela essere Lui e nessun altro la nostra salvezza. Il profeta descrive nei particolari sia la nostalgia di Dio che alberga nel cuore degli uomini sia la pienezza che solo Dio può offrire loro.
C'è un bellissimo motto che risale ai tempi di San Benedetto che fonda gran parte della spiritualità benedettina e che descrive molto bene l'atteggiamento dell'uomo che desidera aprirsi al mistero di Dio: QUAERERE DEUM. Cercare Dio.
Oggi più che mai il compito della Chiesa di ciascuno di noi battezzati laici e sacerdoti, è quello di cercare Dio e aiutare i nostri fratelli a trovarlo insieme con noi. La cosa bella è che il Signore ci dà tanti aiuti e strumenti perché la nostra ricerca non sia vana o non si perda nelle mille preoccupazioni della vita e nei vicoli ciechi che troppo spesso essa ci offre.
La nostra bella fede cattolica ci offre la possibilità di poter ascoltare la sua parola vivente nel Vangelo, nel magistero millenario della Chiesa, nella sicurezza che ci offre la dottrina, nella grazia dei sacramenti, della preghiera e della liturgia.
E a proposito di liturgia.
In questa chiesa dedicata a Maria Santissima Annunziata a Trento, (senza nascondere una punta d'orgoglio per appartenere a quella chiesa Tridentina che ha avuto il dono di ospitare qui a poche decine di metri da dove vi sto parlando uno dei più grandi concili della storia della Chiesa, il Concilio di Trento, concilio che ha portato una grande riforma nella chiesa interpretata da uno stuolo di Santi e di Sante)... bene a proposito di liturgia abbiamo la grazia di celebrare qui tutte le domeniche la Santa Messa secondo il rito antico.
Una liturgia che contiene in sé nei suoi silenzi, nella sua sacralità, nella centralità che essa lascia al sacrificio di Gesù sulla Croce la risposta a quel Quaerere Deum, cercare Dio, di cui dicevo all'inizio. È una liturgia che attira molto i giovani, anche se questo può sembrare incredibile.
In realtà e qui mi permetto di dare un consiglio ai miei confratelli sacerdoti che ora mi stanno ascoltando: noi abbiamo tentato in tanti modi di attirare le giovani generazioni in chiesa e alla Santa Messa. Ricordo da piccolo le “messe beat”, poi talora le messe rock o le messe caratterizzate da particolari e talora stravaganti modi di attirare i giovani. Lo abbiamo fatto in buona fede, magari con grandi aspettative che spesso ci hanno lasciato delusi.
Cari confratelli sacerdoti, provate a riscoprire la Santa Messa Antica, oltre che essere un nutrimento straordinario per la nostra spiritualità sacerdotale essa attira, e molto, i giovani. Succede in tutto il mondo. Succede anche qui. Perché non dovrebbe succedere anche da voi?
Il mondo ha bisogno di Dio. Le nazioni cercano Dio. La Chiesa può e deve offrire Dio. È il nostro compito, è nostro preciso dovere ed è allo stesso tempo la gioia che riempie la nostra vita. Quella gioia ha un nome preciso: Gesù Cristo Figlio di Maria Santissima.
Ho cominciato la mia riflessione con un motto benedettino, la concludo con un altro motto questa volta attribuito a San Bruno fondatore dei monaci certosini: STAT CRUX DUM VOLVITUR ORBIS, "La Croce sta ferma mentre il mondo vi gira atorno". Gesù è la via, la verità e la vita. Gesù è la nostra salvezza. Abbiamo avuto la fortuna, e Gesù ci chiama beati per questo, di aver visto, di aver sentito e così di avere creduto.
E quando le preoccupazioni, l'incertezza per il futuro, le angosce del presente, il peso del nostro passato rischieranno di chiuderci di nuovo il cuore guardiamo la Croce, guardiamo a Gesù. Aggrappiamoci ai sacramenti, in particolare la confessione e la Santa Messa.
La Croce sta ferma mentre il mondo vi gira attorno, e stare accanto alla Croce qualsiasi cosa accada, significa avere la possibilità di essere tra coloro che vedranno le luci dell'alba del mattino di Pasqua, le lacrime asciugarsi, lo spettacolo del trionfo della vita sulla morte.
Sia lodato Gesù Cristo!