Lettera 112 pubblicata il 15 settembre 2019

OLTRE 100 MILIONI DI FEDELI CATTOLICI NEL MONDO DESIDERANO VIVERE LA PROPRIA FEDE CATTOLICA AL RITMO DELLA LITURGIA TRADIZIONALE

SITUAZIONE DELLA LITURGIA TRADIZIONALE NEL MONDO ALLA FINE DEL 2018: TERZA PARTE I FEDELI

Dopo aver constatato che la Messa tradizionale viene ormai celebrata in quasi 80 Paesi e dimostrato che oltre 4.500 preti cattolici celebrano la Messa secondo l’usus antiquior, affrontiamo in questa Lettera la questione relativa al numero di fedeli cattolici, che nel mondo sono legati alla liturgia tradizionale della Chiesa. Abbiamo chiesto a Christian Marquant di presentarci i risultati emersi dall’inchiesta, ch’egli ha diffuso in occasione delle Giornate Summorum Pontificum, svoltesi a Roma il 26 ottobre 2018.


Paix Liturgique - Affronteremo, in questa terza parte del nostro bilancio, la questione dei fedeli legati alla Messa tradizionale.

Christian Marquant – Per rispondere a questa domanda, è necessario seguire il sentiero, ch’è stato il nostro, dai tempi d’Oremus ad oggi. Ricordiamo che 30 anni fa le autorità ecclesiastiche non volevano riconoscere la nostra reale esistenza… Questo fatto ci ha costretti ad attuare una riflessione e ad utilizzare mezzi che, in oltre tre decenni, ci hanno permesso di valutare correttamente l’attuale numero di fedeli cattolici, legati nel mondo alla liturgia tradizionale. Prima di tutto, ci ha obbligati a riflettere sulla modalità adatta per ottenere una risposta soddisfacente relativamente alla Francia… e per il resto del mondo a seguire!


Paix Liturgique - Come avete dunque proceduto?

Christian Marquant – In un primo tempo abbiamo fatto per la Francia un inventario del numero di Messe tradizionali, al fine di stabilire il numero di fedeli che vi assistono.


Paix Liturgique - Voi ottenete così il numero esatto di fedeli, che praticano la forma straordinaria?

Christian Marquant – No, ma è solamente una prima stima. Lei sa che la Messa tradizionale viene celebrata molto poco rispetto alla Messa secondo la forma ordinaria. Ciò è vero per la Francia, ma ancor più è vero in numerosissimi Paesi. Perciò, molti fedeli allontanati dalle cappelle tradizionali, non possono assistere a queste celebrazioni, se non con frequenza irregolare. Non solo, ormai, molti cattolici, pure legati alla Messa tradizionale, non praticano ogni domenica, sia perché restano influenzati dal lassismo generale, sia al contrario perché preferiscono non assistere alla Messa e leggerla sul messale, quando non possano partecipare alla liturgia antica, essendo la nuova troppo gravosa per loro da sopportare. Occorre pertanto correggere il nucleo di fedeli computati la domenica, tenendo conto di questi due parametri.


Paix Liturgique - I sacerdoti hanno coscienza di tutto questo?

Christian Marquant – Certamente! Anche se non tutti sanno ben comprenderlo. A mio giudizio, se si tiene conto degli elementi da me ricordati, il totale dei praticanti della domenica dev’essere moltiplicato per 3, se si vuol misurare il numero reale di fedeli legati ad una cappella data. Soprattutto nel caso in cui si voglia tener conto anche dei praticanti che frequentano in modo discontinuo e che vanno in chiesa solo in occasione delle tre grandi festività, quali Natale, Pasqua ed anche per le Palme, festività che intercettano ancora numerosi semi-praticanti.


Paix Liturgique - Cosa significa questo in termini numerici per un Paese come la Francia?

Christian Marquant – Se si stima che in Francia vi sono circa 450 cappelle, in cui viene celebrata la Messa tradizionale, e che l’assemblea media è qui di 150 fedeli, noi abbiamo una base di praticanti presenti come minimo di 67.500 fedeli per ogni domenica ordinaria.


Paix Liturgique - È questa la cifra che Lei correggerebbe?

Christian Marquant – Ma certamente! Applicandovi il moltiplicatore 3 – vale a dire che, se si stima che ogni domenica vi siano 67.500 fedeli che assistono ad una Messa tradizionale in Francia, è legittimo pensare che i praticanti di queste cappelle rappresentino un minimo di 200.000 fedeli cattolici.


Paix Liturgique - È piuttosto poco.

Christian Marquant – Sì, è poco nei confronti dei 40 milioni di francesi che si dichiarano cattolici, ma non dimentichiamo che, tra questi 40 milioni, solo 2,4 milioni circa possono essere considerati come praticanti «regolari», secondo criteri vicini a quelli che noi abbiamo considerato per ottenere il numero dei praticanti «tradi» [tradizionali-NdT] in Francia. Ciò significa che i nostri 200.000 fedeli, che frequentano la liturgia tradizionale, potrebbero rappresentare oggi circa l’8% dei praticanti francesi, il che è ben lontano dall’essere trascurabile.

Ma non possiamo accontentarci di questo, in quanto non ci si può accontentare di questo tipo di computo. In effetti, nel mio discorso precedente, spiegavo che il numero delle cappelle, ove viene celebrata la Messa tradizionale, è così modesto che dobbiamo tener conto non soltanto dei fedeli che assistono alle Messe «straordinarie», bensì anche di quelli che lo desidererebbero, ma non possono farlo ordinariamente.


Paix Liturgique - Eppure vi sono oggi mezzi di trasporto, che renderebbero questa partecipazione possibile per tutti…

Christian Marquant – In teoria Lei ha ragione, ma solo pochi, rarissimi fedeli, che si potrebbero paragonare a degli eroi, possono fare questa scelta. La stragrande maggioranza dei fedeli legati alla Messa tradizionale sono donne e uomini certamente motivati, ma che, per molteplici ragioni – età, famiglie numerose, scarsi mezzi finanziari, obblighi familiari o sociali, ecc. – non possono ragionevolmente compiere questa scelta. Una parte di loro, oltre tutto, sono i «Silenziosi della Chiesa».


Paix Liturgique - «Silenziosi della Chiesa»: che cosa vuol dire?

Christian Marquant – Questi «Silenziosi» sono quei cattolici, che non si sentono a proprio agio con le novità imposte nella Chiesa negli ultimi 50 anni in materia catechetica o liturgica. Non hanno l’abitudine di contestare o di esprimersi con le loro autorità e si contentano così di seguire trascinando i piedi ed aspettando giorni migliori che verranno, speriamo, giorni in cui le questioni del culto saranno più in armonia col loro istinto spirituale e dottrinale, che è a mio giudizio l’istinto della fede.


Paix Liturgique - Ma allora questi Silenziosi non si esprimono mai?

Christian Marquant – Non si esprimono più e non si esprimono con eccessiva forza e per una sola, buona ragione. Ogni volta che ho avvicinato alcuni di questi fedeli, ho constatato che, all’inizio delle innovazioni introdotte nelle loro parrocchie, hanno fatto sapere al proprio curato i loro desideri ed i loro disagi, ma, nella misura in cui sono stati frequentemente strapazzati come paladini del passato, retrogradi, nostalgici, hanno nella maggior parte dei casi preferito zittirsi… o partire.


Paix Liturgique - Lei crede che la caduta della pratica religiosa derivi da questo?

Christian Marquant – Sarebbe del tutto esagerato ridurre il fenomeno della caduta della pratica religiosa in Occidente solo a questo motivo. La principale ragione, secondo lo storico Guillaume Cuchet, sta nella sensazione generale che il Concilio avesse cancellato qualsiasi obbligo assoluto dalla vita dei cattolici. Ma c’è anche una sorta di disamoramento dei fedeli verso la loro Chiesa dopo il Concilio, specialmente verso l’edificio-Chiesa: un altro storico, Luc Perrin, ha mostrato a qual punto gli stravolgimenti dello spazio cultuale avessero turbato i fedeli praticanti. È inoltre noto come un numero non trascurabile di cattolici avesse cessato di praticare, sfuggendo alla rivoluzione liturgica, poiché si era loro «cambiata la religione». In realtà, tutti questi motivi si confermano a vicenda: il clero conciliare, dall’alto al basso, ha voluto imporre un nuovo modo di pregare e di credere, ciò che, al di là del giudizio di fondo che si può esprimere su tale novità, non ha per niente funzionato tra i fedeli. Era un’eresia? È certamente possibile. Comunque sia, è indiscutibilmente un fallimento totale a fronte di una pratica religiosa ridotta ormai a meno del 2% dei battezzati in Francia!


Paix Liturgique - Ma, mi perdoni se insisto, come può misurare la rilevanza dei fedeli silenziosi, coloro cioè che per definizione non si esprimono?

Christian Marquant – Loro non si esprimono con troppa forza, ma lo fanno, soprattutto se se ne offre loro l’occasione. Dagli Anni Settanta in Francia, vale a dire dopo l’imposizione brutale della riforma liturgica nelle nostre parrocchie, noi abbiamo, in numerose occasioni d’incontro, potuto misurare tale disaffezione.

Difatti, questo termine di «Silenziosi» era stato inventato da Pierre Debray, un uomo sensazionale, un convertito ed un tribuno magnifico, che aveva dato al suo movimento il nome di «Silenziosi della Chiesa». Pierre Debray, da parte sua, parlava molto forte al posto degli altri! Aveva riunito un’«Assemblea dei Silenziosi della Chiesa», a Versailles, nel novembre 1970, il cui successo avrebbe dovuto far riflettere gli specialisti in sociologia religiosa. Ma costoro sono rimasti a lungo sordi, nonostante tutti i segnali che avrebbero potuto intercettare.

Soprattutto questo: nel 1976, nel mezzo di un’estate in cui si parlò molto di mons. Lefebvre, che stava per essere colpito da una prima sanzione, il quotidiano di Lione, Le Progrès, ordinò un sondaggio d’opinione all’istituto Ipsos a proposito di questo «Caso Lefebvre». I risultati furono alquanto straordinari – noi ripubblicheremo d’altronde integralmente questo sondaggio storico in una prossima Lettera di Paix Liturgique. Ne riporto qui due elementi:


-  il 28% dei cattolici intervistati approvavano la decisione di mons. Lefebvre di ordinare dei preti senza il mandato di Roma.

-  soprattutto, il 48% dei cattolici praticanti riteneva che «la Chiesa al giorno d’oggi, a forza di riforme, era andata troppo lontano»…


Il card. Renard, arcivescovo di Lione all’epoca, interpellato dai giornalisti del Progrès, confessò d’esser rimasto sorpreso da questi risultati. Ma, a nostra scienza, ciò non ebbe per effetto sui nostri Vescovi quello d’intraprendere ulteriori approfondimenti o di creare una commissione apposita in seno alla Conferenza episcopale di Francia. All’epoca, comunque, i responsabili ecclesiastici furono incapaci di vedere tale realtà: sapevano loro – e loro soli – cosa fosse bene per la Chiesa e per i cristiani e nulla avrebbe potuto distoglierli dal loro grande disegno riformatore.

Lei comprenderà come il nostro desiderio, al contrario, fosse grande, quello di provare a saperne di più su questi «Silenziosi», che noi incrociavamo spesso, e di cercare di conteggiarli all’inizio del terzo millennio, 35 anni dopo la fine del Concilio.


Paix Liturgique - Cos’ha fatto?

Christian Marquant – Altri sondaggi. È, in effetti, in questo contesto che Oremus-Paix Liturgique s’è lanciata nell’avventura dei sondaggi. Ricordiamo tuttavia ch’è un campo a noi estraneo e che non abbiamo di tale pratica alcuna esperienza. In più quest’avventura risultava molto costosa, alcuni nostri amici giungevano a suggerirci di non inoltrarci in quest’ambito, perché lo stesso principio dei sondaggi sarebbe stato malsano… (benché questo metodo sia quello comunemente utilizzato dai nostri avversari). È stato dunque nel 2001, che noi abbiamo attraversato il Rubicone – il termine non è poi tanto esagerato, tenuto conto dei risultati sbalorditivi che abbiamo raccolto, sul lungo termine, un autentico colpo di Stato o colpo di Chiesa – ed abbiamo intrapreso il nostro primo sondaggio in Francia presso Ipsos. Poi abbiamo ripetuto tale esperienza in Francia nel 2006 e nel 2008, in occasione della venuta di papa Benedetto XVI in Francia, sollecitando tutte e due le volte l’intervento dello stesso istituto di sondaggio.

Non entriamo qui nei dettagli. Quelli sono riportati nei nostri libretti, che tutti ci possono richiedere. Restiamo ai risultati. Notiamo prima di tutto che gli esiti dei tre sondaggi sono sostanzialmente identici, ciò che indica una grande stabilità delle posizioni.


Io non segnalerei qui che 3 cifre tra i risultati emersi:

- a/ Un buon 30% dei cattolici praticanti andrebbe volentieri alla Messa «extraordinaria», se questa venisse celebrata nella propria parrocchia.

- b/ I due terzi dei cattolici trovano normale la coabitazione di due forme del rito nella propria parrocchia.

-  c/ Chi si oppone a questa pluralità liturgica (ovvero al riconoscimento del diritto di cittadinanza alla forma tradizionale) rappresenta meno di un terzo dei cattolici, benché tenga ancora strette le redini delle parrocchie e delle strutture del Cattolicesimo francese, opponendosi con forza a misure di rappacificazione.


Paix Liturgique - Quale lezione trae da questi risultati?

Christian Marquant – Il risultato più importante è che si possono ormai contare questi «Silenziosi»: alla fine, sono questo 30% di parrocchiani, che desiderano assistere alla Messa tradizionale NELLE PROPRIE PARROCCHIE.

Cifre che, se rapportate al criterio di misura dei fedeli tradizionali in rapporto alla pratica rilevata, fan sì che non siano oltre 200.000 i fedeli legati alla Messa tradizionale in Francia, bensì almeno il 25% dei cattolici di Francia, ossia almeno una decina di milioni di Francesi! Ciò che cambia tutto.


Paix Liturgique - Come è giunto a realizzare dei sondaggi fuori dalla Francia?

Christian Marquant – Noi ne avevamo abbastanza di sentire i nemici della Pace riempirci le orecchie, affermando che il fenomeno tradizionale era una questione riguardante esclusivamente i francesi. Perché noi sapevamo dai nostri amici italiani e da altri che questo movimento era dinamico nella maggior parte dei Paesi del mondo cattolico. Noi eravamo in quel momento in contatto con gli amici del blog italiano «Messainlatino»*, cui abbiamo proposto di lanciare un sondaggio simile al nostro in Italia.

Occorre dire che, a parte «Messainlatino», il grosso degli amici italiani cercava di dissuaderci, dicendoci che il loro Paese non era la Francia e che i risultati sarebbero stati negativi, se non addirittura catastrofici… In breve, una vera sindrome di Stoccolma!

Noi però abbiamo lanciato comunque un sondaggio d’opinione nel 2009, assieme agli amici di «Messainlatino» con l’istituto Doxa. Tralascio i dettagli… I risultati furono migliori anche di quelli ottenuti in Francia:


- il 71% degli Italiani «trovava normale la celebrazione nelle due forme del rito nelle proprie parrocchie»;

- e più del 60% dei cattolici praticanti avrebbe desiderato assistere alla Messa tradizionale NELLA PROPRIA PARROCCHIA.


Paix Liturgique - È in quel momento che avete deciso di proseguire tale campagna?

Christian Marquant – Certo e solo gli aspetti economici ci hanno impedito di farlo rapidamente. Tuttavia, tra il 2010 ed il 2017 noi abbiamo fatto realizzare sondaggi simili in 7 Paesi ovvero Germania, Portogallo e Gran Bretagna nel 2010, poi Svizzera e Spagna nel 2011, infine in Polonia ed in Brasile nel 2017.


Paix Liturgique - Con quali risultati?

Christian Marquant – Con risultati identici, talvolta migliori di quelli avuti in Francia, MAI PEGGIORI.

Ad esempio, in un Paese alquanto disastrato, liturgicamente parlando, il Portogallo, i risultati sono stati straordinari (il 30% dei cattolici praticanti assisterebbe volentieri OGNI SETTIMANA ALLA LITURGIA TRADIZIONALE ed il 25% più o meno una volta al mese…).

Potete trovare i dettagli di queste inchieste nei nostri libretti…

In totale, il risultato più spettacolare è che nei 10 Paesi, in cui noi abbiamo effettuato i sondaggi, si trova quanto meno un 25% di fedeli, che desidererebbe vivere la propria fede cattolica al ritmo della liturgia tradizionale nella propria parrocchia.


Paix Liturgique - Cosa significa questo?

Christian Marquant – Concretamente questo significa che nel mondo il 25% dei cattolici è attratto dalla liturgia tradizionale, ch’esso non conosce generalmente che tramite contatti episodici o per sentito dire, e significa che tutti questi fedeli sono alquanto insoddisfatti della liturgia che vien loro servita, se mi consente l’espressione.

Ora, se ci si attiene alle statistiche del Vaticano, i cattolici latini sono oggi 1.299.000.000**. Si può ritenere che un quarto di questi costituisca in potenza il popolo Summorum Pontificum.

Anche se non si riportasse che una frazione di questa cifra, riducendola al 10%, noi avremmo comunque sul pianeta almeno 130 milioni di cattolici, che attendono in modo più o meno dichiarato che si dia loro una liturgia «come prima» o, se meglio informati, attendono dai loro pastori l’applicazione del Motu Proprio proclamato da Benedetto XVI il 7 luglio 2007.


Paix Liturgique - Ma non pensa che quest’attrazione riguardi solo i fedeli della vecchia Europa?

Christian Marquant – S’inganna, sono più cattolici di noi! Nel 2017 abbiamo realizzato un sondaggio fuori della vecchia Europa, in Brasile, sondaggio i cui risultati sono più favorevoli nei confronti della Messa tradizionale di quelli emersi in Francia.

Ma la Sua domanda è anche la nostra: è per questo che siamo giunti a realizzare un sondaggio in Corea, l’ammirevole Corea cattolica, sondaggio di cui pubblicheremo ben presto i risultati. Posso già dirLe che sono positivi tanto quanto quelli usciti in Europa ed in Brasile. Ciò che ci permette di affermare con chiarezza che la nostra stima su scala mondiale non è infondata e che sarebbe sbagliato volerla applicare solo alla vecchia Europa. È il mondo intero, che attende una rinascita liturgica!


Paix Liturgique - Avete intenzione di proseguire con i vostri sondaggi?

Christian Marquant – Sì, se la Provvidenza ci aiuta a trovare generosi benefattori, che ce lo permettano. In media un sondaggio come quelli citati ci costa 7.500 €. Già noi abbiamo lanciato (su richiesta del card. Raymond Burke) un sondaggio negli Stati Uniti. Prevediamo almeno un sondaggio in Messico, un altro in Asia…

Ci sono anche Paesi, in cui la situazione economica rende difficile la realizzazione del sondaggio. Penso particolarmente alla maggior parte dei Paesi africani. Abbiamo inoltre in progetto di realizzare dei viaggi missionari verso i Paesi, in cui la Messa tradizionale non è ancora presente, pur avendo noi sentore della presenza di «Silenziosi» in attesa.


Paix Liturgique - Questi viaggi missionari sono ancora un progetto oppure una realtà prossima?

Christian Marquant – Noi abbiamo già intrapreso numerosi viaggi di questo tipo, che presenteremo nelle future Lettere. Le farò un esempio. Nel gennaio 2018, abbiamo realizzato una missione esplorativa in Angola, un Paese in cui ad oggi non viene celebrata la Messa tradizionale (non lo è più per meglio dire, poiché lo fu in passato). Posso dirvi che noi abbiamo trovato in questo Paese numerosi fedeli e sacerdoti, che aspirano a questa celebrazione. Abbiamo scoperto che la Fraternità San Pio X aveva l’intenzione d’installarsi qui prossimamente… Evidentemente aiuteremo le popolazioni dell’Angola a beneficiare della Messa tradizionale e speriamo che questo Paese entri a far parte del nostro Bilancio 2019, tra quelli in cui viene celebrata la Messa extraordinaria.


Paix Liturgique - In conclusione?

Christian Marquant – San Tommaso dice che ogni uomo, venendo al mondo, viene ordinato alla Chiesa. È per questo che ogni cristiano deve essere un missionario. Parlando della liturgia, direi che, in maniera più diretta, tutti i cattolici romani hanno necessariamente – se sono ancora cattolici – la nostalgia della liturgia romana nella sua pienezza.

Più concretamente ancora, i fedeli, che aspirano alla liturgia tradizionale o che ad essa sono legati, sono certamente più di 100 milioni sul pianeta. Esagero? Mi creda: le lune conciliari sono via via sempre più vecchie e si possono piuttosto scorgere nella Chiesa «ritorni» sorprendenti. Ad ogni modo, vedrete che nei dieci anni a venire la Messa tradizionale verrà celebrata in tutti i Paesi, in cui sia presente una comunità cattolica latina. Di conseguenza, la questione immediata, che si pone, non è quella di sapere quanti siano i fedeli «silenziosi» nel mondo, ma come noi, noi tutti, preti e laici, possiamo giungere ad aiutare questi preti e questi laici nostri fratelli, che si preparano a vivere la Messa tradizionale per il loro maggior bene spirituale e dottrinale e per la maggior Gloria di Dio.


 *Vedere la nostra Lettera 677 MESSAINLATINO ALLE ORIGINI DI UNA PRESA DI COSCIENZA TRADIZIONALE IN ITALIA

** Annuario statistico della Chiesa 2016, Libreria Editrice Vaticana, 2018 – Vedere le pagine dalla 17 alla 19.