Lettera 115 pubblicata il 21 dicembre 2019

LA MESSA TRADIZIONALE IN CINA

Vi presentiamo l’intervista che il nostro amico Massimo Battaglia ha realizzato a Padre Jean Song, un sacerdote cinese, che ha appena terminato i propri studi teologici in Germania e la cui testimonianza ad un tempo chiarisce e ci informa circa la difficile situazione dei cattolici in Cina e circa le ragioni profonde dell’attaccamento dei fedeli cinesi alla liturgia tradizionale.




Massimo Battaglia – Come si diventa preti in Cina oggi?

Padre Jean Song – Direi che essere un vero sacerdote, cattolico e santo, non è mai cosa facile. Ma, secondo me, divenire prete non comporta differenze per un Cinese, un Italiano od un Francese. È però vero che divenire prete in Cina presenta difficoltà particolari, soprattutto a causa delle persecuzioni religiose che imperversano nel nostro Paese. Tuttavia sono convinto che le persecuzioni comuniste siano meno gravi per noi cattolici di quanto non lo sia la confusione generalizzata in seno alla stessa Chiesa cattolica, tanto per il rinnegamento della fede autentica quanto per la profanazione della liturgia.

Massimo Battaglia –  Ci sono nuove conversioni in Cina oggi?

Padre Jean Song – Sì, Deo gratias, ci sono conversioni al Cattolicesimo in Cina oggi e, benché i neofiti non siano in generale adeguatamente preparati per il proprio Battesimo, lo Spirito Santo lavora sempre nella sua Chiesa, li protegge e li guida nel loro progredire verso l’unica Verità.

Massimo Battaglia –  La Chiesa in Cina richiama in qualche modo la Chiesa perseguitata dei primi tre secoli?

Padre Jean Song – Penso di sì, c’è una certa similitudine con la Chiesa dei primi tre secoli sotto l’Impero romano. Ma, se al tempo di Mao tse tong, la Chiesa era esposta ad una persecuzione violenta simile a quella che avevano conosciuto i primi Cristiani, oggi siamo chiamati a confrontarci maggiormente con una persecuzione insidiosa, che si pone come obiettivo quello di trasformare la Chiesa in qualcosa, che non sarebbe più la vera Chiesa di Cristo. Ciò è molto più pericoloso per i fedeli, che sono disorientati e possono talvolta abbandonare la vera fede senza nemmeno rendersene conto.

Massimo Battaglia – Come ha conosciuto la Messa tradizionale?

Padre Jean Song – Sono nato in una famiglia cattolica, che ha conservato la fede da oltre 150 anni. Come sa, la Chiesa in Cina è rimasta isolata dal resto del mondo e quindi da Roma, per quasi trent’anni, dal 1949 al 1978. Così, fino agli Anni Novanta, i preti, una volta usciti dal carcere, continuarono a celebrare la Messa nel rito antico, poiché in quel momento non conoscevano né il Concilio né la riforma liturgica. Ma dopo il 1990 si sono inseriti nella corrente delle riforme conciliari ed hanno seguito le medesime evoluzioni verificatesi nelle altre regioni del mondo. Essendo io nato nel 1986, non ho vissuto personalmente l’esperienza dell’antico rito, che aveva smesso d’esser celebrato a partire dagli Anni 90. Ma, quando ero bambino, i miei nonni mi parlavano sempre della bellezza e della profondità teologica del rito antico. Mi ricordo che, per alcuni anni, mio nonno smise di assistere alla Messa, poiché diceva che la Messa moderna non era più un sacrificio, sembrava un semplice ricordo dell’ultima Cena del Signore. Era convinto di ciò senza aver mai studiato la teologia, né la liturgia, la sua fede era però così forte ch’era in grado di distinguere molto bene le differenze sussistenti tra la nuova liturgia ed il rito antico, rito che aveva nutrito la sua fede sin dall’infanzia.

Massimo Battaglia –  I valori della cultura orientale attribuiscono grande importanza ai rituali, al sacro ed al rispetto.

Padre Jean Song – Lei ha ragione nel dire che la cultura e le tradizioni cinesi, fondate sulla dottrina confuciana, hanno dato ampio spazio ai rituali ed al rispetto degli anziani, ma, dopo la rivoluzione culturale, che ha sconvolto la Cina tra il 1966 ed il 1976, i valori tradizionali di quel mondo sono stati quasi interamente eliminati. Forse è eccessivo affermarlo, ma da un punto di vista culturale i Cinesi moderni sono barbari privi d’istruzione…

Massimo Battaglia –  C’è una «resistenza» alla riforma liturgica del 1970 tra i cattolici cinesi?

Padre Jean SongSong – Non so se esista una «resistenza» alle innovazioni liturgiche in Cina, in quanto la maggior parte dei cinesi non si rende conto dei cambiamenti, però, quando ritorno in Cina, le persone anziane mi chiedono sempre di celebrare la Messa tradizionale, poiché essi ne sentono un autentico bisogno spirituale, raffrontando quanto trovano oggi nelle celebrazioni con quanto hanno conosciuto in passato; anche molti giovani, tuttavia, giovani che vivono in un mondo vuoto, provano questa esigenza, benché essi non abbiano conosciuto la liturgia d’un tempo…

Massimo Battaglia –  Dunque è davvero reale la richiesta di celebrazione della Messa tradizionale in Cina?

Padre Jean Song – Sì e non solo tra gli anziani, anche molti giovani la chiedono. Questo auspicio, senza dubbio, rappresenta in parte la nostalgia di un passato trascorso in Cina, però è soprattutto l’affermazione di un desiderio di preghiera in perfetta armonia con la propria fede cattolica.

Massimo Battaglia – Come ha imparato a celebrare la Messa tradizionale?

Padre Jean Song – Ho sempre provato interesse per apprenderla, soprattutto a seguito dell’amore che mio nonno nutriva verso la Messa tradizionale. Ci sono numerose richieste di celebrazione, il che mi ha convinto a farla. Pertanto sono stato formato da un sacerdote amico.

Massimo Battaglia –  Ritiene che la Messa tradizionale possa risultare importante anche per l’avvenire?

Padre Jean Song – Sono convinto ch’essa possa svolgere un ruolo importante. Non soltanto per la bellezza esteriore, bensì soprattutto per l’adagio lex orandi, lex credendi: la Messa tradizionale rivela la sana dottrina della Chiesa cattolica e rappresenta un modo molto efficace per combattere l’eresia del neo-luteranesimo e del neo-modernismo, che ci assalgono. D’altra parte, dalla parte dei fedeli, si tratta di una richiesta giusta e adeguata alla santificazione loro ed alla santificazione del mondo. Come pastori, noi abbiamo il dovere di contribuire alla diffusione della grazia attraverso i Sacramenti.

Massimo Battaglia –  Perché ritiene che questa Messa attiri tanto i giovani, dato che molti di loro hanno abbandonato la pratica religiosa ?

Padre Jean Song – Non ho avuto esperienza di pastorale giovanile nel mio Paese e non posso dire perché la Messa tradizionale li attiri tanto. Ma so che in Cina ci sono molti giovani che desiderano vivere seriamente la propria fede, nonostante l’ignoranza e la laicizzazione. A causa delle carenze e degli errori dei pastori, i giovani perdono la propria identità cattolica. Allora alcuni di loro realizzano la consapevolezza di dover tornare alla tradizione della Chiesa ed alla spiritualità cattolica.